Antifragile è una parola coniata per la prima volta nel 2012 dal saggista libanese, filosofo ed esperto di teoria matematica Nassim Nicholas Taleb. L’antifragilità è, in poche parole, una qualità che permette affrontare le avversità della vita, apprendendo da esse importanti lezioni e migliorando la propria condizione personale, a livello sia fisico sia mentale.
Cosa si intende per antifragile
Secondo il pensiero di Taleb, qualsiasi elemento faccia parte della nostra vita, materiale o immateriale che sia, può essere suddiviso in tre distinti gruppi. Il primo gruppo è quello dei concetti fragili, ossia quelli che si possono perdere con il mutare delle condizioni di vita. Fa parte di questa categoria tutto ciò che si può rompere, smarrire, eliminare, sostituire o abbandonare. Il secondo gruppo comprende i concetti robusti, che per loro natura resistono alle avversità e sono in grado di mantenersi più o meno intatti, o comunque fedeli alla propria natura, anche di fronte a tragedie, avversità o repentini mutamenti dello stato di cose in generale.
Il terzo gruppo è, invece, quello dei concetti antifragili. Questa particolare categoria comprende tutte quelle cose e persone che, trovandosi in una situazione di forte stress, caos e totale incertezza invece che abbandonarsi alla disperazione, o deteriorarsi, hanno l’innata capacità di acquisire nuove potenzialità, migliorando la propria natura. La caratteristica principale dei soggetti antifragili è la capacità di affrontare e rendere produttiva qualsiasi situazione sfavorevole, incanalando la pressione e l’energia che deriva da eventi che li spingono al limite, per poi sfruttarla a loro vantaggio.
L’esempio più semplice da fare, per comprendere il concetto di antifragilità, appartiene al mondo dello sport. Vi sono infatti peculiari tipologie di allenamento, come quello basato sul sollevamento massimale, il cui unico obiettivo è superare il limite massimo raggiunto. Gli atleti si sottopongono pertanto ad alcune sessioni di allenamento che impone loro di superare lo sforzo massimo compiuto sino a quel momento, in modo da alzare l’asticella dei loro limiti e permettergli di spingersi sempre oltre. Volendo applicare il concetto di antifragile all’uomo, è sufficiente pensare a quanto è accaduto nell’ultimo periodo, successivamente all’avvento della pandemia da virus Sars-CoV-2. Si è potuta osservare, a livello sociale, una vera e propria trasformazione dello stile di vita cui si era abituati, in particolar modo nel mondo del lavoro.
La capacità di stravolgere la routine cui si era abituati, adattandola alle nuove disposizioni e regole dovute all’emergenza sanitaria, esprime l’antifragilità in modo perfetto. I lavoratori hanno abbandonato i loro uffici ed hanno accolto le nuove modalità di lavoro, nonché routine quotidiana, dettata dallo smart working. Questa trasformazione, tuttavia, non si è fermata al semplice cambio avvenuto in merito al luogo in cui svolgere il proprio lavoro. Le persone hanno sfruttato la nuova e improvvisa possibilità di rimanere nelle proprie abitazioni per impiegare il tempo e le energie guadagnate per migliorare la propria situazione personale, sfruttando nuove vie e possibilità di vita. L’antifragilità non dev’essere confusa con la resilienza. I due concetti hanno infatti in comune il fatto che chi possiede l’una o l’altra qualità riesce ad affrontare le difficoltà con spirito positivo, ma nella resilienza manca la capacità di trasformare l’energia impiegata per resistere, in opportunità per migliorare se stessi. I resilienti rimangono fedeli a se stessi, senza cambiare il proprio io; gli antifragili, invece, continuano a progredire.
È possibile diventare antifragili?
L’antifragilità è una qualità poche persone posseggono in modo innato. Ciò non vuol dire, tuttavia, che giornalmente non si possono mettere in atto delle azioni o dei metodi per contribuire alla propria crescita personale. Ottenere la consapevolezza di poter resistere al dolore e alle avversità, sfruttandole per migliorare la propria esistenza è infatti più che altro questione di pratica. Bisogna esercitarsi. Per aumentare la propria antifragilità, bisogna prima di ogni altra cosa adottare un atteggiamento positivo e far leva sulla propria volontà e determinazione.
Bisogna infatti avere la capacità di essere sempre pronti a ogni evenienza e per riuscirci è necessario aver sempre in mente un piano B. Quanto si segue una determinata via e si incontra un ostacolo insormontabile, piuttosto che fermarsi e tornare indietro, rinunciando ai propri obiettivi, bisogna pensare a diversi modi per raggiungerli ancora prima di trovarsi effettivamente di fronte all’imprevisto. Per allenarsi ad affrontare i problemi, inoltre, si può scegliere di correre dei piccoli rischi. Che si tratti di investimenti, di dare fiducia a qualcuno o semplicemente tentare di fare qualcosa senza avere certezze del risultato, sperimentare talvolta delle piccole sconfitte ci porta a non riuscire a non farci sopraffare dallo sconforto nel momento in cui ci troviamo in situazioni più gravi.
Si dovrebbero inoltre abbandonare tutte le regole abitudini inutili che, spesso involontariamente, ci imponiamo. Vivere la vita con più serenità e meno costrizioni serve a fare esperienza e a imparare a conoscere vari aspetti e punti di vista che, se rimaniamo fermi e al sicuro nelle nostre convenzioni, non avremmo mai potuto sperimentare. Un’altra tecnica molto utile e interessante è quella della opzionalità asimmetrica. Si utilizza nel momento in cui si devono prendere delle decisioni o delle scelte, importanti o meno che siano. Fra le varie opzioni che abbiamo di fronte, dovremo scegliere quella che ci permette di avere maggiori vantaggi, anche se ciò vuol dire correre qualche rischio. In caso di una perdita, tuttavia, l’importante è aver fatto la scelta che ci permette di limitare il più possibile i danni.
Infine, la società moderna ci porta a essere sempre più aggressivi e competitivi, presentandoci le conquiste e le vittorie come le uniche esperienze degne di essere considerate. In realtà, non vi è nulla di più sbagliato. Spesso è proprio cercando di superare con incoscienza i propri limiti, dando sfoggio di sè e provando ad apparire sempre i migliori che otteniamo, al contrario, le peggiori delusioni. Piuttosto che correre per superare gli altri e sembrare brillanti, dunque, è decisamente preferibile agire in modo tale da non sembrare degli inetti. Questo non vuol dire lasciare da parte le proprie ambizioni, bensì soltanto non farsi sopraffare da esse.
Conclusioni
Per quanto sopra detto, è facile comprendere come l’essere antifragile è colui che meglio di ogni altro sopporta e soprattutto reagisce agli ostacoli che, quotidianamente, rischiano di destabilizzare l’equilibrio cui si è abituati. Prendere coscienza dei propri limiti, delle proprie paure e dei propri difetti non significa rimuginare su ciò che di negativo c’è in noi. È piuttosto la base di partenza da cui si deve partire per provare a migliorare. Guardare le sfide quotidiane come un’opportunità e non come un ostacolo ai nostri desideri apre svariate nuove possibilità, che non si possono neanche immaginare se non nel momento in cui ci mettiamo alla prova. Esercitare l’antifragilità è dunque non solo un atteggiamento positivo ed estremamente utile, ma la soluzione migliore per riuscire a vivere sempre al meglio in una società che, purtroppo, più che agevolarci sembra offrirci ostacoli sempre nuovi e diversi.