Le realtà aziendali attuali vivono completamente immerse in un universo di ecosistemi reali e digitali in profondo mutamento ed evoluzione. Oggi infatti si parla di interrealtà come di un sistema integrato di relazioni tra differenti partners e stakeholders che interagiscono con l’obiettivo di generare maggior valore per il cliente finale.
In un contesto estremamente dinamico e competitivo come questo diventa fondamentale per le aziende la capacità di evolvere e trasformare i propri prodotti e servizi, di cogliere opportunità di business nuove e a volte diametralmente opposte rispetto a quanto realizzato e creato fino ad ora.
Questa capacità di “trasformazione” compressa in un periodo di tempo più limitato e breve comporta anche una capacità di acquisizione o di sviluppo di competenze in un arco di tempo estremamente ridotto. L’aggiornamento delle competenze rappresenta pertanto qualcosa di fondamentale per qualsiasi lavoratore, ancor di più per chi occupa la posizione di manager. Rimanere al passo con i tempi permette di adattarsi al meglio al futuro. Ecco perché si parla di reskilling, un tema sempre più di attualità al giorno d’oggi.
Cos’è il reskilling e perché è importante per il futuro?
Sono sempre di più coloro che si chiedono reskilling cosa significa. Ed è bene precisare che già da qualche tempo si è notata la necessità per aziende ed imprenditori di ogni genere di adeguare il personale ai momenti storici che si vivono. Nel contempo, si tratta di investimenti anche ingenti per la formazione dei lavoratori per colmare lo skill gap ed evitare di rimanere indietro rispetto alla concorrenza, con un occhio alle competenze necessarie per il futuro. Quando si parla di Quarta Rivoluzione Industriale, si intende una serie di trasformazioni tecnologiche che permettono di rendere il lavoro sempre più e nel contempo efficiente. Di conseguenza aumentare la produttività al giorno d’oggi non può che essere fatto il reskilling: si tratta di uno strumento fondamentale per chi vuole far parte in maniera attiva del mondo del lavoro anche nel futuro, prossimo. Il desiderio di mettersi alla prova e la voglia di incrementare le proprie conoscenze sono due spinte fondamentali per poter mantenere alta la propria produttività e la propria employability.
Ecco perché quando ci si chiede reskilling cos’è, è bene precisare che il termine fa riferimento allo sviluppo di nuove abilità, ben diverse da quelle che il lavoratore possiede già. Questo è un elemento di non poco conto e che può realmente fare la differenza al giorno d’oggi nel mondo del lavoro. L’obiettivo principale del reskilling è quello di permettere ad ogni manager di ricoprire anche ruoli nuovi. Il che è importante se si considera che in molti contesti aziendali alcuni ruoli possono diventare obsoleti col passare del tempo e con il progredire della tecnologia.
Per capire ciò, basta prendere in esame il rapporto Future of Jobs 2018, uno studio che ha messo in evidenza come nell’arco di pochissimi anni potrebbero esserci oltre 70 milioni di ruoli lavorativi che andranno incontro a radicali cambiamenti o addirittura a sostituzione/automazione. Il che inevitabilmente significa che ciascun manager o lavoratore di vario genere dovrà tuffarsi a pieno nel reskilling cercando di adattarsi perfettamente alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Tradotto in termini più concreti, si può affermare che il reskilling permette di ampliare le proprie skills ad un numero maggiore di lavoratori che potranno più facilmente collocarsi in svariati contesti aziendali.
Attenzione però a definire questa pratica solamente come uno strumento correlato all’innovazione tecnologica. Questo potrebbe essere riduttivo in quanto con il reskilling ogni lavoratore è in grado di affrontare il futuro del lavoro grazie a delle conoscenze specifiche e che possano essere mirate in un certo ambito. Ecco perché, prima di addentrarsi in questa pratica molto utile, è molto importante partire anzitutto da un attento monitoraggio di quelle che sono le reali competenze così e dove permangono i gap da capire dove è necessaria un’implementazione che possa portare ad una effettiva crescita. Per quanto concerne il punto di vista dell’azienda, è giusto ricordare che il reskilling sui dipendenti e sui manager che sono da tanto tempo in azienda, è qualcosa di molto proficuo. Infatti viene limitata la tendenza, non sempre produttiva, di nuovi inserimenti costanti nell’organico.
Non sempre però la pratica di assumere nuovo personale (al netto ovviamente di competenze scarse in azienda e quindi chiave per accompagnare eventuali trasformazioni di business) si dimostra essere la soluzione vincente. Poter investire nella riqualifica professionale dei propri collaboratori comporta un esborso spesso importante in valore assoluto ma limitato se comparato con i costi della selezione esterna, e soprattutto si porta dietro un impatto di ingaggio elevatissimo, spesso su popolazioni aziendali con parecchi anni di lavoro alle spalle e che non vedono altri sbocchi professionali. Col reskilling invece diventa possibile favorire l’acquisizione di nuove competenze anche nello stesso contesto aziendale in cui si trovi già.
Reskilling: Il segreto di un business a prova di futuro
Una volta compresi i benefici del reskilling, è importante anche valutare quella che è la sua adattabilità al contesto attuale. La chiave di volta del successo dei percorsi di riqualifica aziendale è come questo possa essere applicato su scala globale: ciò vuol dire che sia le aziende che i manager e dipendenti di vario genere possano adeguarsi a tutti quei mutamenti in atto. Dunque, è fondamentale che tanto i dipendenti, quanto i manager possano avere accesso a tutti quegli strumenti necessari per restare al passo con i cambiamenti digitali in corso.
Col passare del tempo anche gli studiosi hanno evidenziato alcuni limiti ai processi di reskilling in svariati contesti aziendali. A partire, per fare un esempio, dall’aspetto economico: tante aziende hanno ben compreso cosa sia il reskilling e soprattutto il livello della sua portata. Eppure, nonostante questo possa essere la soluzione ideale per poter realmente adeguare le competenze dei lavoratori a quelle che sono le richieste del mercato, i costi vengono considerati ingenti. Infatti ad oggi, pur con vantaggi chiari e compresi da tutte le categorie manageriali, il Reskilling, resta una pratica molto “predicata” e poco “agita”. I preconcetti e gli stereotipi figli di una vita lavorativa che nel corso del secolo ventesimo ha voluto solo dare lustro e valore al concetti di Talento come di giovane risorsa impiegabile senza limiti fisici e cognitivi, tarpa certamente le ali a quella che invece rappresenta la crescita e il successo dell’azienda attraverso le proprie risorse, tutte, indistintamente e indiscriminatamente.
Il riallineamento del persona si può considerare come un reale investimento che comporta una serie di benefici nel tempo sicuramente non trascurabile. Ovviamente, così come rilevato da esperti del settore, l’approccio verso il reskilling cambia di nazione in nazione. E questo rappresenta un elemento di disparità che è un grosso ostacolo al cambiamento. Ma la consapevolezza di ciò sembra stia iniziando a fare la differenza e a spingere così verso nuove pratiche aziendali volte ad incrementare le skill dei manager, e non solo.
Senza dimenticare che ci sono aziende che possono far fronte a spese del genere, ma ci sono anche altre realtà che preferiscono rivolgersi ad altre opportunità per avere l’aggiornamento delle competenze del personale. Si pensi a coloro che, di volta in volta, provvedono a nuove assunzioni di manager che abbiano già quelle skill necessarie.
Non va comunque mai dimenticato che la necessità degli aggiornamenti professionali e delle nuove competenze riguarda anche le fasce di lavoratori più giovani. Infatti i cambiamenti nell’ambito del digitale e, in generale, della tecnologia, sono qualcosa di quotidiano: per stare al passo con le repentine novità è fondamentale aggiornarsi e avere le competenze necessarie per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.
Un programma mirato di reskilling è perciò qualcosa che vale la pena avere attivo costantemente così da sfruttarne concretamente dei benefici sia per la propria carriera professionale, sia per l’azienda per cui si lavora. In base alle statistiche riportate dagli esperti del settore, sembra che la consapevolezza dell’importanza del reskilling sta diventando sempre più cruciale. Molte aziende hanno imparato a capire quanto sia importante puntare sulla costante formazione del personale anche nei momenti di crisi e difficoltà economica.
Si può cosi affermare che le prospettive che la rivoluzione tecnologica ci offre sono meno spaventose di quanto crediamo, aprendo a nuove opportunità. Attraverso la digitalizzazione si mette sempre più in evidenza l’esigenza di stare al passo con i tempi per il futuro sono senza dubbio positive, man mano che la digitalizzazione sempre più crescente mette in evidenza l’esigenza di stare al passo con i tempi. Il reskilling può essere l’arma vincente su scala internazionale così da essere certi di ottenere il massimo dai propri dipendenti, a patto che la trasformazione digitale e le opportunità di crescita siano concretamente messe a disposizione dei dipendenti e che questi ultimi prendano sempre più consapevolezza dell’importanza di cogliere nuove opportunità e abbracciare il cambiamento.